BORGO PANTANO: tra innovazione e tradizione (abstract)

La III Conferenza Scientifica Internazionale sul Turismo Relazionale Integrato si svolgerà in Egitto da Sabato 24 a Lunedi 26 ottobre 2009.

La conferenza, promossa dalla Università di Helwan, è organizzata dal Collegio Universitario ARCES , il Centro di Ricerca CRUEC e l’Ambasciata d’Italia in Egitto con la collaborazione dell’Università degli Studi di Palermo.

Il tema della conferenza riguarda lo sviluppo e i territori del Mediterraneo in un approccio di Turismo relazionale integrato, nel rispetto della sostenibilità ambientale e culturale.

Il comitato scientifico della Conferenza invita tutti coloro che sono interessati a presentare il loro contributo scientifico sul tema di cui sopra e sui temi legati al turismo e allo sviluppo locale nei paesi del Mediterraneo.

I contributi accettati verranno presentati e discussi durante la Conferenza Scientifica Internazionale. I paper presentati saranno proposti per la pubblicazione in una rivista scientifica internazionale.

Enti Promotori

Collegio Universitario ARCES
CRUEC – Centro Ricerche nuovo Umanesimo Edoardo Caracciolo
Università degli Studi di Palermo
Helwan University
Ambasciata d’Italia in Egitto
Regione Siciliana (L.R. n. 10 del 2005, art. 16)
La Conferenza è promossa all’interno dell’Anno della Scienza 2009 Italia – Egitto
Enti Patrocinatori
AGENZIA DEL MEDITERRANEO
ANCI SICILIA
ASSONAUTICA EUROMEDITERRANEA
C.E.S.E. Comitato Economico e sociale Europeo
CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche – ISSM
CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche -IRAT
CONSIGLIO D’EUROPA
E.G.O.T.H. The Egyptian General Company for Tourism and Hotels
EGYPTIAN TOURISM FEDERATION
EMUNI Euromeditteranean University
HERIMED
ICCROM
I.E.I.C. INSTITUT EUROPEEN DES ITINERAIRES CULTUREL
INU Istituto Nazionale di Urbanistica
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA – IL CAIRO –
OTIE
ROTTA DEI FENICI GEIE
SIU Società Italiana degli Urbanisti
SOCIETA’ GEOGRAFICA ITALIANA
WTO World Tourism Organisation

BORGO PANTANO: tra innovazione e tradizione

Questo è il titolo dell’abstract che è risultato selezionato tra i 164 contributi presentati alla fase finale della III Conferenza Scientifica Internazionale sul turismo nell’area del Mediterraneo.
Il contributo scientifico  sintetizzava  il programma integrato e interdisciplinare predisposto per lo sviluppo del Borgo. La metodologia si è articolata sull’integrazione nel processo di recupero del borgo tra fattori materiali ed immateriali e sull’analisi partecipata di tutte le risorse esplicite e latenti.
Il gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato  da Orazio Bisazza, amministratore della Società Incanti & Memorie, è formato dai docenti Gaetano Ortolano, geologo dell’Università di Catania, Alessandro Arangio, docente di politiche di sviluppo e gestione del territorio dell’Università di Messina e Daniele Mento, agronomo dell’Università di Reggio Calabria, ha elaborato il full paper presentato alla commissione scientifica il 24 ottobre 2009, e in attesa di pubblicazione su diverse importanti riviste scientifiche a livello internazionale.

Abstract

Abitudini e consumi alimentari degli abitanti del borgo

Lo studio delle abitudini alimentari e del consumo pro-capite degli abitanti del Borgo Pantano ha messo in luce come, nel decennio 1950-1960, la dieta fosse basata prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale. I cereali rappresentavano l’alimento principale (fig.1 e tab.1) con un consumo medio annuo di 181 kg essi costituivano il 54% dei consumi alimentari, i legumi e gli ortaggi con 92,5 kg annui (27%) occupavano il secondo posto nella dieta alimentare, seguiva la frutta con 36,6 kg (11%), la carne e derivati con 23,3 kg (7%), ed infine il pesce (quasi esclusivamente stoccafisso) con 5 kg annui (1%). Riguardo ai cereali veniva consumata prevalentemente la farina di frumento, impiegata per fare il pane e la pasta, ed il mais, anch’esso utilizzato come farina alimentare per preparare polenta e pane di mais “baludde”1. Tra i legumi venivano consumati prevalentemente fave, fagioli e piselli, che garantivano un buon apporto di proteine, mentre tra gli ortaggi si consumavano soprattutto patate, cipolle, pomodori, melanzane, peperoni e carciofi. Va infine evidenziato come la carne ed il pesce rappresentassero a quel tempo solo l’8% circa del consumo di alimenti. La carne consumata era prevalentemente avicola (galline e polli) e cunicola, seguiva quella suinicola, caprina e bovina.
Tab.1 – Consumo alimentare pro-capite degli abitanti del borgo Pantano (dati medi annui del periodo 1950÷1960)*

alimento/coltura consumi (kg) consumi tot borgo (kg) consumi tot borgo (q)
frumento 165 12.705 127,05
granoturco 16 1.232 12,32
agrumi 6,6 508,2 5,08
ortaggi (legumi, melanzane,
ecc)
60 4.620 46,2
frutta fresca 30 2.310 23,1
patate 20 1.540 15,4
pomodori 12,5 962,5 9,63
olio 5 385 3,85
vino 109,5 8.431,5 84,32
formaggio e ricotta 3 231 2,31
latte 36,5 2.810,5 28,11
altri grassi (lardo) 0,5 38,5 0,39
carne caprina 2 154 1,54
carne bovina 2 154 1,54
carne suina 5 385 3,85
avicoli e cunicoli 6 462 4,62
pesce 1 77 0,77
stoccafisso 4 308 3,08
uova (n.) 48 3.696 36,96
acqua per alimentazione 730 56.210 562
acqua per uso domestico (20
l al dì)
7.300 562.100 5.621

 

Fig. 1 – Consumo alimentare pro-capite degli abitanti del borgo Pantano (dati medi annui del periodo 1950÷1960)

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Fabbisogni alimentari ed auto-approvvigionamento
Sulla base dei dati dei consumi pro-capite e delle superfici coltivate dagli abitanti del borgo Pantano è stato possibile effettuare ulteriori elaborazioni, analisi e considerazioni. In particolare, il lavoro ha voluto far luce su quale fosse la superficie agricola necessaria per soddisfare il fabbisogno alimentare del borgo e chiarire se l’area agricola presa in considerazione fosse sufficiente a garantire le produzioni necessarie.
Dal rapporto tra i consumi di alimenti degli abitanti del villaggio e la produzione media delle rispettive colture è stato ottenuto il valore della superficie in ettari, necessario per garantire l’approvvigionamento alimentare degli abitanti di Pantano (tab. 3).
Da tale calcolo si deduce che per coprire il fabbisogno di 127,05 quintali di frumento risultava necessario avere a disposizione una superficie coltivata di quasi 7 ettari. Erano inoltre necessari circa 4,5 ettari di superficie vitata, 2 ettari di oliveto, 0,6 ha di orto, 0,2 ha di frutteto ed alcune centinaia di metri di agrumeto, pomodoro, patate e granturco (tab. 3).
Analizzando il consumo di acqua per uso alimentare è stato possibile appurare che questa proveniva dai numerosi pozzi presenti nel borgo, mentre l’acqua per uso domestico, parte veniva raccolta dai tetti per mezzo di pluviali e accumulata in cisterne sotterranee in muratura presenti nelle abitazioni e parte veniva attinta dai vicini pozzi e dalle sorgenti. Attraverso un calcolo, della superficie dei tetti delle abitazioni per un coefficiente di deflusso medio del tetto a spiovente, per il quantitativo in millimetri di pioggia media annua e per un coefficiente che tiene conto delle perdite che si verificano durante l’accumulo (nelle cisterne) è stato ottenuto un valore di 293 mc d’acqua raccolta dai tetti. È interessante osservare come questo dato, che rappresenta approssimativamente il volume di acqua piovana raccolta dai tetti, copra più del 50% del fabbisogno d’acqua per uso domestico. (Il consumo d’acqua per uso domestico, sulla base di dati bibliografici e da informazioni ottenute mediante interviste dirette, risultava essere di circa 20 l/di procapite.)
L’acqua piovana convogliata dai tetti nei pluviali veniva raccolta, come detto, in cisterne sotterranee: il numero di queste, in origine 32, rappresenta un elemento caratterizzante soprattutto in rapporto al numero dei fabbricati, praticamente ogni casa aveva la propria fornitura di acqua. Oltre alla cisterne nel borgo erano presenti anche due pozzi pubblici di acqua sorgiva che rappresentavano anche luoghi di incontro e aggregazione. I problemi comuni inerenti alla gestione delle risorse fungevano certamente da collante e rendevano la comunità coesa.
Analizzando i risultati di tale indagine si può osservare come vi fosse un basso consumo di risorse naturali e come questo fosse adeguato alla capacità di rigenerazione delle risorse rinnovabili. La massimizzazione dell’efficienza dell’uso delle risorse si concretizzava anche attraverso l’utilizzo di tecniche costruttive eco-sostenibili, quali ad esempio i già citati sistemi di raccolta delle acque piovane, i terrazzamenti e le opere di canalizzazione presenti lungo le pendici.

Tab.3 – Produzione media delle colture agricole e superfici necessarie per soddisfare i fabbisogni alimentari del borgo

alimento/coltura consumi tot borgo (q) produz. media (q/ha) sup. necessaria (ha)
frumento 127,05 18,2 6,9808
granoturco 12,32 200 0,0616
agrumi 5,08 126 0,0403
ortaggi (legumi,
melanzane, ecc)
46,2 73,85 0,6256
frutta fresca 23,1 101,89 0,2267
patate 15,4 210 0,0733
pomodori 9,63 210 0,0458
olio d’oliva 3,85 2 1,9250
vino 84,32 18 4,6842
 Totale 14,6633

 

Calcolo dell’impronta ecologica
I dati sopra riportati possono essere utilizzati per calcolare l’impronta ecologica alimentare del villaggio Pantano nel periodo di riferimento, ossia nella decade 1950-1960. L’impronta ecologica è un indice relativo alla porzione di superficie terrestre necessaria a produrre le risorse consumate annualmente da ogni singola persona. Oggi per mantenere l’odierno livello di consumi e garantire l’attuale stile di vita si stima che servirebbero due o tre “pianeti Terra”. Tale situazione allarmante può divenire irreversibile e, pertanto, è assolutamente necessario invocare un nuovo modello di sviluppo, basato sul risparmio energetico e sulla produzione di energie rinnovabili. In quest’ottica, Borgo Pantano può diventare un modello di vita sostenibile, un laboratorio per sperimentare un rigenerato equilibrio tra uomo e natura.
Per calcolare l’impronta ecologica relativa al periodo in esame, per quanto riguarda i consumi vegetali, è innanzitutto necessario suddividere i dati della terza colonna della Tavola 3 per 77 (gli abitanti di Pantano). Invece, per calcolare l’uso ipotetico di terreno produttivo per la produzione di carne bovina, pesce e derivati, bisogna avvalersi dei vari fattori di conversione disponibili in letteratura. I risultati ottenuti vanno sommati in modo da determinare gli ettari necessari per la produzione delle risorse alimentari utilizzabili.
Negli anni ’50 l’uso dell’auto o di energia elettrica erano minimi, pertanto il loro peso sull’impronta ecologica di Pantano può essere considerato trascurabile.
In tale ottica, i risultati ottenuti (0.8652) possono essere considerati attendibili e comparati al valore di equilibrio di riferimento relativo all’Italia , che equivale a un valore medio di 1.78 ha/p – considerevolmente al di sopra del valore dell’impronta ecologica di Pantano. Pertanto è possibile affermare che l’economia di Pantano negli anni ’50 non era soltanto in grado di sostenere i 77 abitanti, ma poteva essere considerata un buon esempio di sviluppo sostenibile in armonia con la natura.

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