“Progetto Pantano” nasce dalla riscoperta culturale della qualità espressiva e della valenza di documento storico dell’omonimo borgo, piccola frazione del comune di Rometta (ME), che rappresenta un importante patrimonio di architettura medioevale. Il suo particolare pregio ambientale è esaltato dal fatto che, in seguito all’abbandono, non ha subito alcuna trasformazione, conservando integralmente memorie e tipologie originarie.
Il borgo è dominato dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, che risale ai primi anni del 1400 ed è stata sottoposta a uno scrupoloso restauro conservativo con l’obiettivo di farle ricoprire il ruolo guida perduto, nel processo avviato di recupero e rinascita globale del borgo e del suo territorio circostante.
In questo ambito, l’identità territoriale riveste un ruolo di fondamentale importanza. Il territorio è infatti conformazione geologica ma anche storica, è sede di un modo di abitare comune, fonte di usi e costumi collettivi. Rappresenta un bene collettivo da difendere, il cui ruolo di teatro di molteplici attività va incentivato, restituendo centralità ad un mondo, da non considerarsi più come area residuale, ma come vero sistema di relazioni sociali e culturali. Tale mondo promuove nuova attenzione e nuovi investimenti, nonché un fermo rifiuto verso la omogeneizzazione del pensiero.
Il Progetto Pantano si propone come antitesi al fenomeno, in rapida crescita, della deterritorializzazione umana, a sua volta associato al fenomeno della globalizzazione. Tratto caratteristico di quest’ultima è il concorrere a recidere i legami esistenti tra insediamenti produttivi e territori, con le conseguenze della perdita del rapporto fiduciario tra esseri umani: è infatti nel territorio che si accumulano quelle tradizioni e quei costumi che rendono meritevole di fiducia il rapporto fra persone. E’ dunque necessario intervenire in un modello di sviluppo non solo per l’efficienza dei risultati, ma anche per la capacità che esso possiede di considerare l’uomo in tutte le sue dimensioni.
Se l’obiettivo da perseguire è il vivere una vita dotata di senso in società definite da consumo come le nostre, Pantano non può sottrarsi al compito di essere fattore di civilizzazione, di evolvere verso forme culturalmente più ricche e più adeguate a favorire la fioritura della vita umana, condividendo e sperimentando concretamente nel quotidiano uno stile di vita in armonia con la natura, basato su valori quali solidarietà, partecipazione, ecosostenibilità, sobrietà.
La riflessione di partenza è che l’accresciuta produzione di beni e l’aumento dei livelli di produttività hanno generato una nuova scarsità, che il Progetto Pantano intende recuperare: quella del tempo perduto. Il paradosso della modernità è infatti che a una scarsità di denaro corrisponde un’abbondanza di tempo e viceversa.
Seneca scriveva: “Se badi bene, una gran parte della vita ci sfugge nel fare il male, la maggior parte nel non fare nulla; tutta quanta nel fare altro da quello che dovremmo”.
Un Percorso per nuovi Viaggiatori
Chi entra in questo luogo di pace, di silenzio, di condivisione è pronto ad abbandonarsi alla nuova dimensione che il borgo offre: una dimensione in cui i ritmi sono scanditi dalla natura, lo spirito ha il tempo e il modo di ritemprarsi, l’individuo può entrare in contatto con i propri simili, in un’atmosfera di calore, accoglienza e convivialità. Il borgo offre infatti una dimensione spirituale che ne costituisce il significato e il valore, che prescinde dal singolo credo, e che anzi si arricchisce delle differenze. La Chiesa rappresenta la centralità del luogo. Il quadro in essa contenuto, raffigurante Santa Maria delle Grazie nell’atto di abbracciare Giovanni il Battista e il Cristo bambino che giocano, si fa veicolo di un messaggio che bene si accorda con lo spirito di accoglienza che anima il Progetto.