La manifestazione, alla sua terza edizione, ha presentato il programma: “ARTI E MESTIERI” percorso etnoantropologico. Il secondo giorno (2 luglio) funzione religiosa e a seguire incontro-dibattito: “IL RECUPERO DELLE IDENTITA’ LOCALI”.
Il Villaggio Pantano teatro di “Le Radici della Memoria”.
Un nuovo successo, addirittura superiore a quelli degli anni precedenti, ha suggellato la terza edizione della manifestazione Le Radici della Memoria, il cui primo percorso, architettonico, e il secondo, musicale, avevano già ricevuto molti consensi.
Lo spettacolo, svoltosi l’uno e due Luglio nella consueta e suggestiva cornice del villaggio Pantano del Comune di Rometta, si è incentrato sul tema “Arti & Mestieri”. Tale proposta di un recupero, anche attraverso il divertimento, di antiche arti e antichi mestieri, è parte integrante del Progetto Pantano, il cui intento è riproporre sullo sfondo del villaggio la quotidianità di un tempo, con il relativo bagaglio di musiche, arti, saperi. Una prospettiva che si inquadra nel contesto più ampio della ricerca Motris (Mappatura Offerta Turismo Relazionale Integrato), elaborata dal Collegio Universitario ARCES coordinato dal Prof. Leonardo Urbani. La ricerca persegue il recupero di antichi centri rurali siciliani nel rispetto dell’ambiente e delle tradizioni locali, allo scopo di promuovere un turismo sostenibile, intelligente e rispettoso dell’ambiente in cui si attua. Un ideale cui si confà pienamente il villaggio di Pantano, individuato infatti come modello, e posto al centro del congresso internazionale Motris tenutosi a Villafranca Tirrena il 21 maggio corrente.
Gli organizzatori Orazio Bisazza e Josefina Catalfamo si sono proposti quindi di coinvolgere il pubblico creando un’atmosfera che richiamasse alla memoria gesti e saperi antichi, legati all’ arte della tessitura-ambito in cui la manifestazione ha ospitato Bruno Tessa, artista piemontese tra i più apprezzati in Italia, dell’uncinetto, del tombolo, della creazione di oggetti e strumenti musicali in legno o dei tradizionali cannistri.
Le creazioni realizzate dai numerosi artisti presenti hanno impreziosito muri, scalinate, finestre, offrendo uno spettacolo inconsueto e rivelando al contempo le potenzialità scenografiche del villaggio.
Il pomeriggio dell’uno luglio è quindi trascorso per gli ospiti tra la rievocazione di arti antiche, lo spettacolo offerto dagli attori Rosario Costantino e Salvatore Celano, che si sono esibiti nella recitazione di un pezzo originale composto dal Sig. Costantino per raccontare ai visitatori il passato di Pantano e dei suoi abitanti, e l’allegria della musica del cantastorie Gianni Augurio, che ha coinvolto il pubblico con le sue canzoni. Proprio la sua musica ha scandito il passaggio dal pomeriggio alla sera, quando è stato offerto un rinfresco con vino e prodotti tipici. Il seguito della serata ha visto ospiti, animatori e organizzatori riunirsi nella piazza antistante la chiesa della Madonna delle Grazie, al centro del villaggio, rallegrati dal vino e dalle vecchie canzoni intonate da Gianni Augurio. In conclusione, alcuni devoti hanno eseguito un inno dedicato alla Madonna nel suggestivo scenario del paese avvolto nel buio e illuminato solo dalle torce.
La manifestazione è proseguita la mattina del due luglio, quando in onore della festa della Madonna delle Grazie sono state celebrate due Messe.
Alle celebrazioni è seguito un incontro con Monsignor Lillo Gulletta, Segretario Generale del Vescovo, che ha proposto alcune riflessioni relative all’iconografia del dipinto che sovrasta l’altare della Chiesa. Si è trattato di un momento di profonda spiritualità e di sentita partecipazione da parte di tutti gli intervenuti, in cui attraverso le immagini del quadro Monsignor Gulletta ha espresso i principi morali su cui poggia il progetto di recupero del villaggio Pantano: non un progetto di sviluppo su basi economiche o imprenditoriali, ma prima di tutto un progetto dalla forte componente spirituale, che punta a un nuovo ideale di accoglienza, intesa come abbraccio, condivisione, donazione di sé e accettazione dell’altro.
La manifestazione si è conclusa con un Padre Nostro di gruppo eseguito davanti alla Chiesa in italiano e in franco-provenzale, lingua dell’ospite Bruno Tessa: un’ulteriore esperienza di condivisione che sottolinea il carattere comunitario del Progetto Pantano e ne esalta l’esempio positivo di cultura “a tutto campo”.